Data di pubblicazione: 20/06/2024

Trieste del mare

«Trieste è il suo mare. Un mare diverso da qualsiasi altro, che da subito cambia nome e diventa più familiarmente “bagno”, a indicarne una prossimità domestica: molteplice e paradossale. Al bagno ci si va non solo a prendere il sole, ma a chiacchierare, correre, litigare, lasciare giuramenti, con la pelle cosparsa di olio o con la sciarpa in pile tirata fino sopra il naso. Fin dall’infanzia si assorbe 'questa familiarità con il mare, con il sentimento della sua necessità; quel senso delle grandi estati e della loro apertura». (Federica Manzon, prefazione a “I mari di Trieste”, Bompiani)

 

Parlando di Trieste quindi non possiamo non menzionare il mare su cui si affaccia, l’elemento che ha plasmato la struttura e la storia della “piccola Vienna sul mare”.

L’esempio più lampante di questo secolare rapporto è il porto cittadino, fondamentale elemento che ha influenzato la storia della città.

Ad oggi uno dei più importanti centri dei commerci nell’Adriatico e nell’Europa centro-orientale, il porto di Trieste ha ottenuto la sua notorietà agli inizi del 1700, quando, per concessione del Sacro romano imperatore Carlo VI d’Asburgo, ottenne lo status di porto franco. Questa nomina permise alla città di accogliere armatori e mercanti senza far pagare loro i dazi doganali, con conseguenze positive sui commerci e l’economia cittadina, trasformando Trieste in un paradiso fiscale, luogo di incontro di diverse etnie e culture che si ritrova ad esempio  nei numerosi edifici di culto dedicati  alle varie confessioni (troviamo in città tra le altre la chiesa Greco ortodossa, la chiesa Serbo ortodossa, la chiesa Luterana, la chiesa della comunità anglicana e soprattutto la sinagoga monumentale, una tra i maggiori edifici di culto ebraico in Europa, seconda per dimensioni solo a quella di Budapest). Testimonianza dell’incontro di popolazioni e culture che caratterizza la città è anche la presenza, fuori dalle mura cittadine, di numerosi cimiteri acattolici (da quello serbo, a quello greco, dal cimitero ebraico, a quello evangelico per finire con l’unico cimitero interamente musulmano in Italia).

Tornando al mare iniziamo il nostro itinerario da Piazza Tommaseo, situata a pochi metri dalle rive, adiacente alla chiesa greco-ortodossa già menzionata, uno dei simboli del multiculturalismo della città. Da qui, procedendo lungo le rive cittadine, per via Tre novembre, giungiamo al molo Audace, uno dei luoghi più amati dove vengono tutto l’anno i triestini e i turisti che affascinati dal paesaggio e dagli spettacolari tramonti sul mare passeggiano lungo il molo “sospesi sull’acqua” e osservano l’ampio golfo.

 Precedentemente questo lunghissimo molo (246 m) era noto con il nome di molo San Carlo, dall’omonimo vascello austriaco, affondato nel 1740, il cui relitto divenne la base dell’intera struttura.  Da qui i versi di Umberto Saba dedicati a quest’angolo della città così suggestivo:

«Per me al mondo non v’ha un più caro e fido
luogo di questo. Dove mai più solo
mi sento e in buona compagnia che al molo
San Carlo, e più mi piace l’onda e il lido?»
Umberto Saba

Un’altra nave avrebbe ridefinito il nome del molo: nel 1918 il caccia torpediniere italiano Audace fu il primo naviglio della regia marina ad attraccare in città proprio sul molo, che venne rinominato appunto con lo stesso nome in memoria della presa italiana di Trieste.

Sempre per ricordare l’importante evento, su Riva del Mandracchio, parte finale di piazza Unità d’Italia, vicino al molo, sulla Scala Reale della Riva dei Caduti, nel 2004, in occasione del 50° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia, è stato inaugurato, il monumento dei Bersaglieri e delle Ragazze di Trieste, opera rappresentante la passione italiana con cui le ragazze (chiamate “mule” in dialetto) cucirono la bandiera tricolore da issare sul municipio cittadino.

Continuando sulle rive, è possibile osservare bellissimi palazzi neoclassici tipici delle città dell’Impero austro-ungarico e luoghi e monumenti d’interesse fondamentali per la città.

Un esempio è la statua posta davanti la stazione marittima di Nazario Sauro, irredentista giustiziato dalle autorità austro-ungariche nel 1916.  L'opera è in bronzo ed è stata realizzata dallo scultore triestino Tristano Alberti in occasione del 50° anniversario della morte di Sauro. Dalla stazione marittima si raggiunge piazza Venezia, contraddistinta anche lei dalla statua dell’imperatore del Messico Massimiliano d’Asburgo, fratello dell’imperatore austriaco Francesco Giuseppe. Da qui percorrendo via Torino arriviamo in piazza Ortis, dove possiamo fermarci, per una sosta da “Mug” (Mug | Easy go out) e gustare un cappuccino accompagnato da un dolce. Dopo esserci rilassati, ripercorrendo a ritroso il percorso fatto, torniamo sulle rive e proseguiamo per via Felice Venezian.

Arriviamo dunque al Salone degli Incanti, l’ex pescheria cittadina, riconvertita in un centro espositivo polivalente che accoglie manifestazioni, mostre ed eventi culturali.

 

Se dopo una grande abbuffata di cultura avrete bisogno di una pausa pranzo, potrete trovare ristoro da Eataly, un bellissimo bar, supermercato e ristorante che si affaccia sul porto di Trieste e che offre specialità italiane. Qui potrete gustare ottimi piatti e se spostate il vostro sguardo verso il golfo riuscirete a scorgere, con tutte le sue gru e i suoi grandi vascelli, il porto storico triestino. È possibile raggiungerlo prendendo la linea dell’autobus 9 da Riva Nazario Sauro 24 sino a Viale Miramare 5 per poi scendere e con la linea dell’autobus n. 6 raggiungere Viale Miramare 77 dove una volta scesi, passando per l’antico porto franco, raggiungerete l’Immaginario Scientifico, museo della scienza interattivo e sperimentale, dove grandi e piccoli avranno modo di imparare divertendosi con diversi giochi e attrazioni.

Finiti i divertimenti, continuiamo il nostro tragitto lungo il golfo, e sempre con la linea 6 raggiungiamo il cuore del “mare di Trieste”, il luogo per antonomasia delle estati di tutti i Triestini. Luogo dell’anima per eccellenza, il lungomare di Barcola, lungo tre chilometri di passeggiata trasformata in spiaggia, dove l'accesso al mare è facile e gratuito, l'acqua - di scoglio - è limpida, la frequentazione a dir poco assortita.

Nei tratti indicati le linee urbane del trasporto pubblico sono completamente accessibili e fruibili per persone con disabilità o mobilità ridotta. Le vetture sono dotate di un pianale ribassato e/o di una pedana estraibile automatica per consentire un più facile accesso.

Sempre citando lo scrittore Mauro Covacich che ha dedicato alla città di Trieste il bellissimo libro Trieste Sottosopra, Quindici passeggiate nella città del Vento (Laterza 2006) «I triestini vengono a Barcola tutti i mesi dell'anno, non solo d'estate. Ci vengono a pescare, a pattinare, a portare il cane, a mangiarsi un panino, ci vengono a studiare d'inverno, a contemplare le onde imbacuccati negli angoli sottovento degli stabilimenti, ci vengono per lasciarsi e ci vengono per mettersi insieme. Ci vengono anche senza venirci, perché il mare a Trieste è un lato della stanza, ti alzi al mattino e sai dov'è, stai dove stai e sai che c'è».

Al termine della lunga passeggiata raggiungiamo finalmente un castello fiabesco che bianco si staglia sul golfo, una delle mete principali della città: Il Castello di Miramare.

Varcati i suoi cancelli avrete modo di visitare questa opera d'arte eclettica costruita tra il 1856 e il 1860 su progetto di Carl Junker per volontà dell’arciduca Massimiliano d’Asburgo, imperatore del Messico.

L’arciduca lo scelse come dimora privata per sé e per sua moglie, la Principessa Carlotta del Belgio, e lo curò in ogni suo aspetto, prestando particolare attenzione al giardino, un grande parco di circa 22 ettari caratterizzato da una enorme varietà di piante, molte delle quali scelte dallo stesso arciduca durante i suoi viaggi attorno al mondo. Girando per il parco avrete anche modo di visitare le Ex scuderie del castello, convertite oggi in sale che ospitano mostre ed eventi culturali temporanei.

Tra i grandi alberi, le siepi e i cespugli fioriti affacciati sul mare, potrete trovare il Castelletto, un edificio di dimensioni inferiori al castello vero e proprio, che funse da residenza per i due sposi durante la costruzione del castello stesso, ma che divenne di fatto una prigione per la povera imperatrice Carlotta quando questa perse il senno in seguito alla morte del marito fucilato in Messico. Alla triste vicenda degli sposi per molti anni è stato dedicato lo spettacolo “Luci e Suoni” rappresentato nel parco del castello, amato da generazioni di triestini e di turisti, che ripercorre la tragica fine dell’erede d’Asburgo e imperatore in Messico.

Tralasciando però queste triste storie, il castello di Miramare vi permetterà di sentirvi come in una vera e propria favola e vi regalerà emozioni indimenticabili quando, sceso il tramonto, lo osserverete irraggiato da una cremisi luce che pare fondere il cielo con il mare.

 

Itinerario testato da:

Veronica

Ciao! Sono Veronica, una ragazza in servizio civile nella sezione AISM di Trieste. Amo imparare e scoprire nuovi ambienti a me del tutto sconosciuti e dedicarmi a progetti diversi che possono risultare d’aiuto alle persone